
Nuovo patrocinio per il Festival: entra FedPro
5 Novembre 2025
Manlio Di Donato
4 Dicembre 2025Don Giuseppe Fusari è un sacerdote della Diocesi di Brescia, noto non solo per il suo impegno pastorale, ma anche per la sua poliedrica attività come storico dell’arte, docente universitario, autore, divulgatore e — in modo inusuale quanto efficace — ponte tra spiritualità, corpo, cultura e contemporaneità.
Nato nel 1966 e ordinato sacerdote nel 1991, Don Fusari rappresenta una figura moderna di “prete 2.0”: radicato nella tradizione cristiana, ma aperto ai linguaggi e ai valori del mondo di oggi.
Formazione, attività accademica e culturale
- Dopo gli studi teologici per il sacerdozio, Don Fusari ha conseguito una laurea in Lettere Moderne con indirizzo in Storia dell’Arte, proseguendo poi con una specializzazione e un dottorato in Scienze della Persona (storia moderna).
- Da molti anni insegna “Storia dell’Arte Italiana” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, nella sede di Brescia.
- Tra le sue opere spiccano lavori di studio e ricerca riguardanti l’arte religiosa – con particolare attenzione alle chiese, agli artisti e ai beni culturali del territorio bresciano – e saggi su temi storici e artistico-teologici.
- Recentemente è stato insignito del Premio Neri Pozza 2025 per il suo romanzo “La regola dell’arte”, un giallo ambientato nel mondo dell’arte: il riconoscimento conferma la sua capacità di spaziare con efficacia anche nella narrativa.
Grazie a questo mix di competenze — teologiche, storiche, artistiche — Don Fusari sa parlare al cuore di chi cerca spiritualità, bellezza e riflessione culturale.
Comunicazione contemporanea, corpo e spiritualità
Don Fusari è anche una presenza molto attiva sui social media. Conosciuto come “prete culturista”, ha scelto di unire la sua vocazione religiosa con una cura consapevole del corpo, del benessere e dell’immagine: pratica culturismo come passione, con risultati significativi, e trasmette il suo messaggio attraverso canali come Instagram e TikTok.
Questo approccio “olistico” — che vede cura dello spirito, della mente e del corpo come parti inscindibili di un medesimo cammino — lo rende un relatore particolarmente adatto a un festival che unisce olistica, crescita personale e attenzione al benessere globale.
Impegno per arte, bellezza e spiritualità
Nel corso degli anni, Don Fusari ha diretto il Museo Diocesano di Brescia (dal 2009 al 2018), collaborando con prestigiose istituzioni culturali — come i Musei Vaticani, il Museo di Capodimonte di Napoli e la Casa Buonarroti di Firenze — organizzando mostre che spaziano dal Rinascimento all’arte contemporanea.
Attraverso il suo lavoro, cerca di far emergere come arte, fede e bellezza siano profondamente intrecciate, e come la contemplazione del bello possa diventare un percorso spirituale, un invito alla riflessione e alla trasformazione interiore.
Perché è un relatore ideale per un Festival Olistico
- Porta con sé radici forti nella tradizione spirituale e nella cultura cristiana, ma le interpreta in modo aperto, contemporaneo, inclusivo: un ponte tra sacro e moderno.
- Ha competenze multidisciplinari: teologia, storia dell’arte, spiritualità, divulgazione, scrittura, comunicazione. Questo lo rende capace di offrire contenuti ricchi e vari.
- Incorpora il concetto di benessere integrale — anima, mente, corpo — nella propria vita e nel proprio ministero: un paradigma molto in sintonia con l’approccio olistico.
- È in grado di parlare a pubblici diversi — da chi cerca profondità spirituale a chi cerca bellezza, cultura, arte, equilibrio personale — con un linguaggio sincero, accessibile e spesso anche provocatorio (nel senso buono): capace di smuovere, riflettere, ispirare.
In sintesi
Don Giuseppe Fusari è una figura unica: sacerdote, storico dell’arte, docente, autore, divulgatore, “prete culturista” e ponte tra tradizione e contemporaneità.
Il suo percorso — intellettuale, spirituale, fisico — testimonia che la ricerca di senso, bellezza e armonia può attraversare anime diverse: quella della fede, quella dell’arte, quella del corpo, quella della cultura.
È per questo un relatore prezioso per un Festival olistico: perché parla di connessione — con se stessi, con l’arte, con la natura, con Dio — in modo autentico, concreto, poliedrico.





